Dovevo fare la tennista ma la danza mi ha rapito il cuore

Ho ricordi nitidi di quando ero piccola: pensavo che fosse normale per tutti ballare e che la danza classica piacesse a tutti. Mia mamma e mia sorella sono state ballerine, hanno fatto entrambe l’accademia di danza in Polonia e credevo che ogni mamma facesse la spaccata per fare stretching o girasse per casa ballando.

Nonostante questo sono stata io a voler iniziare. Tutti mi hanno dissuasa dicendomi che sarebbe stato un lavoro durissimo e che ci sarebbero state sofferenze, dolori, competizione, cattiverie e che sarebbero stati più i sacrifici che i momenti belli.


Io ovviamente e per fortuna non le ho ascoltate e mi sono ritrovata a fare quello che mi piace più fare al mondo.


Naturalmente, come tutte le bambine, sono stata indirizzata anche verso altri sport. I miei avevano scelto per me il Tennis. Avevo 11 anni quando ho capito che la danza sarebbe stata la mia strada. Ho iniziato a ballare perché è stato il mio modo di comunicare: da bambina ero molto timida e introversa e la danza ancora oggi è il primo linguaggio per esprimermi dei 5 che conosco. 

La malattia e la rinascita: un modo nuovo di ballare

Quattro anni fa ho dovuto fare i conti con l’ostacolo più duro, sia come ballerina che come donna. Mi è stato diagnosticato un cancro al rene che ha messo in pausa la mia carriera ma in realtà non avevo idea di quello che sarebbe successo nel mio futuro.

Ho ballato l’ultimo Lago dei Cigni con mio marito al Boston Ballet pensando che sarebbe stata l’ultima volta per me. Ho vissuto quel momento divisa tra l’amore per il mio lavoro e la consapevolezza della fine, della conclusione del sogno di una vita.

Una settimana dopo ero sul letto d’ospedale e poi la mia carriera si è interrotta per un lungo anno. Piano piano ho iniziato di nuovo. Questa volta l’ho fatto ascoltando il mio corpo per la prima volta e ho scoperto di avere una nuova forza, di essere rinata. 

La Fondazione Point Shoes for a Cure

Ho ripreso a ballare e posso dire di essere una ballerina migliore proprio perché ho superato questa esperienza in maniera positiva. Sono stata molto fortunata e la mia fortuna mi ha spinto ad aiutare chi come me si è trovato in difficoltà. Oggi dedico le mie energie alla mia fondazione “Pointe Shoes for a Cure” che supporta i bimbi malati di cancro: chi fa una donazione per la fondazione riceve le mie punte usate e autografate. Fino a ora ho raccolto più di 10 mila dollari.

Parallelamente mi sono iscritta all’Università e oggi sono al terzo anno di Scienze di Leadership alla Northeaster University.

Il negozio di Petra su Etsy

Durante la quarantena ho aperto un side business su Etsy. Il mio negozio si chiama DancETHEREAL. È nato perché avevo bisogno di “fare arte”, fare qualcosa di artistico soprattutto in questo periodo dove non mi sono potuta dedicare al mio lavoro, cioè esibirmi, esprimermi di fronte ad un pubblico, donare la mia arte… così, sfruttando la mia passione per la manualità, ho iniziato a creare le coroncine e altri piccoli oggetti con pietre preziose e conchiglie. Piano piano il mio desiderio è creare una linea di accessori firmata da me, non solo dedicata alla danza.

Il mio desiderio oggi, esprimendomi in tutti questi campi, è fare tutto quello che posso per usare questa mia vita al meglio. Il messaggio che lascio alle ragazze è che i sogni, la volontà e la creatività possono portare loro molto lontano. Basta crederci.


(Petra Conti)

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