Fiera di me stessa, oggi rinasco mamma e atleta


“Io non mi ricordo certi avvenimenti, soprattutto quando sono troppo concentrata, e quindi spesso, per ricordarmi cosa ho fatto, devo andarmi a rivedere i video, le foto, gli articoli di giornale… però ogni volta che leggo quello che sono riuscita a fare mi stupisco e mi dico che ho fatto qualcosa di bello e di importante e sono fiera di me stessa”.


Ho scelto per caso di tirare con l’arco. Ho nuotato per tantissimi anni e ho provato tanti altri sport ma non sono mai stata rapita da loro. Poi un giorno per caso ho visto un campo dove tiravano. Avevo 11 anni. Ho chiesto ai miei genitori di provare ed è stato amore già dalle prime frecce, quella sensazione di libertà che provai quando tirai le prime frecce. Ecco è la libertà che mi ha conquistata.


La scelta tra lavoro e carriera sportiva

Ho lavorato tanto per accedere in Nazionale. Avevo 21 anni quando sono entrata a far parte del gruppo. Finito di studiare, già lavoravo e ho dovuto fare una scelta tra lavoro e carriera sportiva che allora non sapevo a cosa mi avrebbe portata ma non ho esitato: ho scelto lo sport che mi ha regalato tanto, mi ha consentito di viaggiare per il mondo e questa credo sia una delle grandi opportunità che ti regala lo sport

Ho partecipato ai Campionati del Mondo, ai Giochi del Mediterraneo, ai Giochi Europei e conquistato il quarto posto alle Olimpiadi di Rio 2016, un risultato storico per la nostra Federazione. Venivo dall’esperienza di Londra 2012 che ho vissuto praticamente come spettatrice. Da lì ho preso la forza per lavorare duro nei 4 anni successivi e conquistare un posto per le Olimpiadi del 2016. Mi sono detta: ci devo essere!


Se avessi potuto far parte della Nazionale Giovanile…

L’unico rammarico che mi porto dentro è quello di non aver potuto accedere alla Nazionale giovanile che, come mi raccontano anche le mie compagne, è quell’esperienza che ti regala qualcosa in più a livello di emozioni, di leggerezza e di equilibrio tra la competizione e l’entusiasmo.


La mia vita da mamma al tempo del Covid-19

Oggi faccio la mamma e ho vissuto questa esperienza particolare già di per sé in un momento complicatissimo per tutto il genere umano. La mia non è stata una gravidanza normale. Ho trascorso gli ultimi due mesi praticamente in isolamento per evitare qualsiasi contatto che potesse mettere a rischio me e la mia famiglia. Uscivo solo per visite e controlli e stavo ben attenta nell’indossare mascherina, guanti, avere sempre dietro con me i vari gel igienizzanti ed evitavo di sedermi restando in piedi nei posti che ero costretta a visitare.

(Guendalina Sartori)


Trovate su Sportdonna.it un approfondimento dell’intervista a cura di Alessandra Ortenzi

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