If I’m not an athlete what am I?

Mi ci sono voluti mesi per rispondere a questa domanda.

Essere un’atleta è tutto ciò che conosco.

Quando gli altri bambini si divertivano con i loro compagni, giocavano con le bambole o con i videogiochi, io stavo già giocando a basket: avevo 5 anni quando ho giocato la mia prima partita, non è difficile capire perché, dopotutto, essere un’atleta è tutto ciò che ho sempre fatto.

Fin da giovane ho imparato a ottimizzare e dare priorità al tempo e alle mie energie. Ecco perché non ho mai capito come i miei compagni di classe si lamentassero di non riuscire a finire i compiti.
Ho imparato a seguire una routine che mi permettesse di unire scuola e basket senza mai perdere tempo!

Durante questo viaggio ho imparato il significato di dedizione, attenzione, impegno, eccellenza, gestione del tempo e comunicazione.

Ho imparato ad avere successo!

Come atleti d’élite ci alleniamo per fare solo una cosa. Ci alleniamo per essere i migliori! La nostra routine quotidiana si basa sull’allenamento e il riposo: mangia, dormi e respira lo sport.

I miei giorni da giovane atleta erano tutti uguali.
Studio. Allenamento al mattino. Studio. Allenamento al pomeriggio.
Non potevo essere in ritardo! ho vissuto così per mesi, a volte senza cambiare il mio programma settimanale.

Essere un’atleta forgia mentalità e carattere.

Penso però che si arrivi a un punto nella vita in cui si è un po’ “forzati” a cambiare direzione.

A essere sincera, non so cosa mi abbia davvero portato dall’altro lato della strada, so solo che ho trovato un’opportunità che non potevo lasciarmi sfuggire.

La verità è che mentre molti cercano di sviluppare le proprie qualità e abilità, sperimentando e cercando di trovare se stessi, noi sappiamo già chi siamo e cosa facciamo. È un privilegio apprezzato da pochi.

Ed eccomi ora nel mondo degli adulti.
Essere un’atleta non ti insegna davvero come funziona l’altro lato del mondo.

Quindi state attenti miei cari compagni: il mondo reale è molto diverso da quello a cui siamo abituati.


Dopo aver fatto qualcosa che ami per così tanto tempo, qualcosa a cui ti sei dedicato così tanto, è difficile iniziare a pensare a ciò che verrà dopo.

Siamo impegnati a vivere il momento, non vogliamo davvero passare il tempo in cose noiose come preparare un curriculum o imparare a gestire colloqui di lavoro. Perché dovremmo perdere tempo a farlo quando tutti questi allenamenti assorbono tutta la nostra energia?!

Lasciare una carriera nello sport è terrificante. Almeno lo è stato per me.

Ci vuole coraggio e un’enorme forza volontà nel sapersi adattare a qualcosa di nuovo.
Ma una cosa è certa: aver trascorso la maggior parte del tempo correndo su e giù per un campo da basket, cercando di mantenere una forma fisica perfetta, mi ha dato la possibilità di accumulare una serie di competenze che credo mi saranno utili nel lavoro: leadership, ricerca degli obiettivi, lavoro di squadra, performance sotto pressione, gestione della delusione, gestione dei fallimenti e l’arte della disciplina.

Con questo in mente, ho detto di si a un’opportunità al di fuori del campo da basket nel tentativo di espandere la mia rete di conoscenze e trovare la mia strada.

L’estate scorsa ho avuto un’occasione che mi ha cambiato la vita. Ora, eccomi qui a Dallas, in Texas, letteralmente dall’altra parte del mondo, lontano da tutto ciò che ho mai conosciuto.
Solo pochi mesi fa mi consideravo un giocatrice di basket professionista, oggi lavoro per EPLAY Analytics. Dirigo tutti i progetti dedicati ai giocatori, eventi e social media marketing.
EPLAY è una compagnia di basketball recruiting analytics. Aiutiamo i giocatori e le squadre ad essere reclutati e reclutare tramite l’analitica.
EPLAY fornisce statistiche verificate, analisi, valutazioni globali e contenuti digitali per tutti! Chi avrebbe mai pensato che avrei fatto questo lavoro!

Come atleti sappiamo quanto siano importanti le statistiche. I nostri contratti dipendono dai nostri numeri, ma non siamo mai profondamente coinvolti in questo lato del Campo.
Le organizzazioni sportive si stanno avvicinando sempre di più verso l’analisi dei dati per migliorare le loro decisioni, pianificare meglio e innovarsi più velocemente.
Per gli atleti tutto ciò è fondamentale al fine di capire come migliorare la preparazione, il modo di giocare: i dati possono davvero influenzare le carriere migliorando anche le possibilità di guadagno!

A EPLAY diciamo che #NumbersTellYourStory e non ho potuto comprenderne appieno il significato fino a quando non ho visto quanto appassionati siano questi ragazzi guardano semplicemente una partita.
EPLAY può essenzialmente aiutare i giocatori a costruire il proprio curriculum cestistico, tramite L’EPR come fattore determinante.

L’EPR è una valutazione complessiva dell’impatto di un giocatore sul campo.
È un numero calcolato sulla base della competizione in cui giochi, il ritmo di gioco, la qualità della tua squadra e del tuo avversario etc..

Diverso dalla normale efficienza che trovi nelle normali statistiche..

Si prendono in considerazione diverse metriche che aiutano a capire a che livello sia il giocatore in oggetto e spesso il suo impatto sulla squadra durante una partita non è visibile sulle semplice statistiche.

Ecco cosa mi rende davvero entusiasta.


Ho sempre pensato di voler aiutare gli atleti una volta finita la mia carriera. Poter dare visibilità e raccontare la propria storia, avere la possibilità di utilizzare degli strumenti che ti aiutino a migliorare costantemente è qualcosa difficile da realizzare.

Ora Eplay è la mia nuova squadra e non vedo l’ora di condividere questo nuovo capitolo della mia vita con voi!

(Alessandra)

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